Secondo uno screening del King’s College di Londra, che negli anni Settanta aveva monitorato 6500 bambini di dieci anni, seguendoli poi per i vent’anni successivi, i ricercatori hanno potuto evidenziare come quei bambini che avevano scarsa stima e considerazione di sé, tendevano maggiormente rispetto ai loro coetanei al sovrappeso e all’obesità da adulti.
Paure, emotività e scarsa capacità di stare bene con sé stessi e con gli altri influiscono sull’aumento di peso. Secondo gli studiosi inglesi in passato erano la famiglia o gli amici che aiutavano un ragazzo o una ragazza a scoprire le proprie qualità, a volersi più bene e ad adottare uno stile di vita migliore; purtroppo negli ultimi 50 anni, la società ha prodotto molto spesso l’isolamento degli individui e la disgregazione dei nuclei familiari: questo meccanismo può provocare l’instaurarsi di un pericoloso circolo vizioso, per cui ci si vede brutti da bambini o da adolescenti, ci si disinteressa del proprio fisico, non si riesce ad avere amici con cui stare bene insieme e ci si butta sul cibo come un’attività che si può svolgere in solitudine e che può dare un appagamento momentaneo. Si finisce per mangiare anche quando non si ha fame. Inutile dire che la TV ha avuto un ruolo importantissimo nell’instaurarsi di questo problema: in alcune famiglie limita fortemente il colloquio tra i componenti della famiglia. Proposta “indecente”: spegnere la TV almeno mentre si mangia! Parlare a tavola, di qualsiasi argomento, con i nostri amici o familiari ci aiuta enormemente a migliorare noi stessi e ci permette di acquisire maggiore consapevolezza e stima di noi stessi.
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