L’ospite che intervisto oggi è mio cugino Luigi Formisano, psicologo, psicoterapeuta e Wellbeing Practitioner, dato che ormai divide la sua attività professionale tra l’Italia e la Gran Bretagna.
Puoi darci una definizione di ansia? L’ansia e’ una sensazione di paura che tutti noi sperimentiamo quando ci confrontiamo con possibili fonti di minaccia e situazioni difficili.
Vuoi dire che l’ansia è una reazione di difesa? L’ansia ci aiuta ad essere allertati quando si tratta di affrontare pericolose situazioni o ad affrontare compiti che implicano un certo stress (ad esempio un esame o qualcosa di difficile da fare, dire etc…). Quando le cose ci sfuggono di mano puo’ diventare difficile gestirla. Lo stress complica le cose dato che i nostri ritmi di vita sono diventati troppo frenetici.
Quali sono i sintomi dell’ansia? Preoccupazione costante per qualunque persona o cosa. Ci possiamo sentire costantemente ansiosi per una situazione specifica (ad esempio la mamma sempre in ansia per la salute del figlio) ma possiamo anche percepirla come uno stato costante senza un oggetto specifico come una generale condizione rivolta a piu’ cose e questa si chiama ansia generalizzata. I sintomi possono essere: stanchezza, irritabilita’ e insonnia, difficolta’ nel concentrarsi, aumento del battito cardiaco, sudorazione, tensione muscolare e dolori, tremore, affanno , vertigini, sintomi intestinali come la difficoltà a digerire o la diarrea (sintomo comune del colitico).
Se il paziente ansioso peggiora, a cosa può andare incontro? Un improvviso ed inaspettato innalzamento dell’ansia può generare il panico con conseguente urgenza incontenibile di voler lasciare la situazione od il posto in cui ci troviamo. Il panico puo’ essere in relazione ad una specifica situazione, tipo luoghi affollati, la sala di attesa del dentista, il posto di lavoro ma puo’ manifestarsi anche all’improvviso e senza associazione con qualcosa di sgradevole; il paziente affetto da questo problema è in balia del panico costantemente; questa situazione genera altra ansia e sofferenza (panico del panico). L’ansia da specifico segnale diventa qualcosa di problematico e contribuisce al nostro stress. A proposito di stress: quando siamo stanchi ed esauriti ci sentiamo non solo più ansiosi ma anche più stressati: entriamo in un circolo vizioso!
E le fobie? Le fobie sono paure irrazionali di situazioni e cose di per sé non pericolose ma che, per alcuni, sono percepite come fonte di forte ansia. Quando l’ansia diventa molto forte come nel panico e nelle fobie, essa ci costringe ad evitare situazioni e ci costringe a non fare cose che vorremmo fare (es.: viaggiare in aereo). Col tempo quella che era solo una strategia di evitamento diventa un’ abitudine o meglio qualcosa che impariamo a non fare. Spesso all’inizio la persona razionalizza dicendo che non gradisce fare quella determinata cosa od esporsi ad una determinata esperienza; il fatto e’ che continuando ad evitare una situazione, col tempo si passa alla fobia.
Con quale meccanismo l’ansia si aggrava? Secondo il modello su cui si basa la terapia cognitivo comportamentale, possiamo organizzare la nostra esperienza di una situazione ansiogena in tre diverse aree: 1) Sintomi fisici e sensazioni fisiche; 2) Comportamento; 3) Pensiero. Queste tre aree interagiscono l’una con l’altra ed un cambiamento in un’ area genera un cambiamento nelle altre due; quando viviamo una situazione ansiogena (es.: vedere un cane apparentemente aggressivo), noi abbiamo dei sintomi fisici (es.: accelerazione battito cardiaco) e dei pensieri (es.: credo che mi voglia mordere!) e mettiamo in pratica un determinato comportamento (es.: scappiamo). I sintomi fisici sono dovuti al rilascio di adrenalina nel flusso sanguigno che attiva la risposta del sistema nervoso autonomo; questa risposta si chiama “di attacco e fuga”, identica a quella dei nostri antenati primitivi che dovevano prepararsi alla fuga se “incontravano” un leone o un dinosauro. Oggi la situazione di pericolo può essere identificata col “parlare in pubblico”: ciò accade perchè leggiamo quella situazione come una minaccia alla nostra stabilità interna, al nostro comfort. Il problema inizia quando per alleviare l’ansia del parlare in pubblico, evitiamo di farlo…da questa rinuncia ne ricaviamo un sollievo che dura poco; dopo un pò, ripensando alla situazione che abbiamo evitato, tendiamo a vedere le cose in chiave negativa: “non ci sono riuscito, non ce l’ho fatta!”; di conseguenza intaccheremo la nostra autostima e contribuiremo a sentirci più ansiosi la volta successiva, creando così un circolo vizioso. La buona notizia è che l’adrenalina prodotta in risposta allo stimolo di “pericolo” provoca assuefazione dopo qualche minuto: se affrontiamo la situazione, invece di evitarla, riusciremo a familiarizzare con la situazione fonte di ansia; in questo modo impariamo a nuotare da piccoli ed è attraverso questo processo che i domatori si sentono a loro agio (a volte troppo…) quando sono nella gabbia coi leoni. Riassumendo, quando evitiamo di fronteggiare il pericolo la situazione si aggrava perche’ la volta seguente, in presenza dello stesso fattore ansiogeno, automaticamente evitiamo il problema (senza risolverlo…) ma cosi’ facendo l’ansia si impadronisce sempre piu’ di noi e ci rende la vita difficile. Il segreto quindi e’ affrontare le paure con la strategia dei piccoli passi.
Che mi dici della fame nervosa? Sai molto bene che l’ansia spesso si placa attraverso quello che gli inglesi definiscono “comfort food” (cibo conforto). Questa è una strategia di comportamento anti-ansia, che aiuta nell’immediato, un po’ come l’evitamento di cui parlavo prima; a lungo andare pero’ questa strategia diventa una trappola! Ricorda: se evitiamo di affrontare la fonte dell’ansia alla radice (es.: problemi di salute, economici, familiari) rischiamo di usare il cibo (e l’alcol) in maniera impropria, quindi non solo per soddisfare la fame fisiologica ma anche come “rimedio” contro l’ansia. Questo aiuta temporaneamente ad alleviare l’ansia ma aumenta lo stress e, a lungo andare, incide sulla salute, sulla autostima, sui costi finanziari, sulla qualita’ della vita in genere.
Argomento è di assoluta rilevanza le cui implicazioni come evidenziato dai Dott.Formisano potrebbero definirsi “sistemiche”!
Grazie Marco e grazie a mio cugino Luigi per avermi offerto la possibilita’ di intervenire sul suo bellissimo blog che ho trovato molto interessante ed informativo!
Luigi Formisano (Norwich)
Grazie Marco! Sono contento che l’intervista ti sia piaciuta…mi auguro in futuro di postare argomenti altrettanto interessanti! A presto.
Complimenti per l’intervista, veramente molto interessante.